Articolo Agosto 2021
Per sanare le cicatrici economiche causate dalla pandemia di COVID-19, la Commissione europea ha lanciato durante la crisi un nuovo strumento per rimettere in sesto l’Europa: nel maggio di quest’anno abbiamo assistito all’ultima emissione di bond da parte dell’Unione europea (UE) nell’ambito del programma SURE (1), grazie a cui l’importo complessivo dei bondUE emessi nel quadro di questo strumento è salito a 89,637 miliardi di euro. L’UE è diventata un mutuatario regolare sui mercati di capitale e le dimensioni del suo debito obbligazionario in essere aumenteranno di circa 17 volte (2) rispetto ai 50 miliardi di euro stimati prima della pandemia.
Con questa nuova emissione di bond, l’UE è destinata a diventare il secondo emittente con rating AAA (3) sui mercati obbligazionari europei. L’asset class potrebbe costituire una proposta allettante per gli investitori obbligazionari, poiché i bond dell’UE non sono collegati al credito di un Paese specifico e possono rappresentare una soluzione per evitare la volatilità dei titoli sovrani, per esempio in prossimità di elezioni politiche nazionali. Inoltre, la categoria delle obbligazioni sociali o verdi in cui rientrano in nuovi bond dell’UE nell’ambito dei programmi SURE e Next Generation EU (NGEU) ha attratto un’attenzione senza precedenti da parte degli investitori sempre più preoccupati di soddisfare i criteri ESG (ambientali, sociali e di governance).
Che cosa possono aspettarsi per il futuro gli investitori?
Benché nel 2020 i costi di indebitamento dell’UE siano risultati molto bassi, i rendimenti sono aumentati assieme a quelli dei titoli pubblici a livello globale e gli investitori si preparano a raccogliere frutti potenzialmente più allettanti da ciò che rappresenta storicamente un bene rifugio. Quest’anno l’ascesa dei rendimenti obbligazionari è stata trainata in gran parte dalla paura dell’inflazione: questo significa che, nel caso di un calo della spinta inflazionistica, difficilmente vedremo oscillazioni di questa portata nel 2022. Nei prossimi 5-6 mesi i giornali di economia e il percorso della ripresa forniranno orientamenti in merito all’inflazione futura che tranquillizzeranno i mercati obbligazionari. Benché le voci di taperingabbiano causato alcune fluttuazioni per i rendimenti dei bond, la Federal Reserve (FED) assumerà probabilmente la guida su questo fronte e si prevede un approccio attendista da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Il programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) dispone ancora di un buon margine di applicazione affinché la BCE non abbia fretta di anticipare la ripresa. L’Europa si sta sforzando di mantenere il passo con il programma di vaccinazione e il ritmo della ripresa economica è in ritardo rispetto agli Stati Uniti; perciò il mercato dovrebbe prestare attenzione alle indicazioni della Fed in merito alle future mosse della BCE.
Con la ripresa dalla pandemia pienamente in atto, il tanto atteso programma NGEU è finalmente operativo: la sua dotazione ammonta a 800 miliardi di euro e gli investitori possono prevedere un’emissione media di obbligazioni UE di circa 150 miliardi di euro all’anno tra il 2021 e il 2026. Con scadenze variabili da 3 fino a 30 anni, tutti i prestiti rimarranno in essere almeno fino al 2058, evidenziando la permanenza dell’asset class. Con questo nuovo precedente, non sorprenderebbe se l’UE tenesse questo set di strumenti a sua disposizione in futuro; l’Unione è destinata a diventare un’importante emittente con duration europea e rappresenterà una proposta interessante per molti tipi di investitori.
Tra 5 anni la nuova emissione nell’ambito del programma NGEU potrebbe rallentare e gli investitori cercheranno di tenere il passo delle opportunità in arrivo sul mercato. Le strategie che offrono loro l’accesso al paniere in espansione di bond dell’UE permetteranno di acquisire facilmente esposizione all’asset class, senza dover passare troppo tempo a cercare di reggere il ritmo dei mercati di capitale.
Lidia Treiber, Director, Research WisdomTree